Author: pura-crocus

  • SPAGHETTI WITH CLAMS

    Take about 1 kg of fresh clams, place them in water and salt to drain for at least an hour. Change the water several times remembering to add more salt. Take a pan, pour extra virgin olive oil, garlic and a bit’ of finely chopped onion.

    Fry on low heat. Add the clams and, blending with white wine, cook them until they are opened. Take about 300 grams of tomatoes , cut them in half and add them to clams. Salt, pepper and chili. When they are almost cooked, add 0.10 grams of saffron put in infusion in half glass of warm water an hour before.

    Cook for few minutes. When spaghetti are ready, drain and pour into the pan by adding a pinch of finely chopped parsley. Cook them for 2 minutes more and serve.

  • La firma più autentica

    La firma più autentica

    “Lo zio Beppe, memoria storica della nostra famiglia, nato nel ’35 al Lambertone, podere tra Argiano e Tavernelle nel versante sud della collina di Montalcino, racconta che già in tenera età andava a raccogliere lo zafferano con la nonna. Una piccola bracella (aiola) situata sotto la ficaia del podere. E’ certo che tale spezia sia stata introdotta nel podere dalla zia Elia che aveva un debole per tutte le spezie e piante officinali. Elia, era stata adottata dalla nostra Famiglia in tenera età perché nella famiglia di origine erano troppi fratelli e sorelle e i genitori non erano in grado di provvedere al sostentamento di tutti e sei i figli. Era quasi un gesto normale quello di aiutare i più bisognosi come altrettanto normali erano, nelle nostre campagne, le condizioni di miseria  che spesso rasentavano il limite della pura sussistenza. Lo zafferano di Elia era arrivato, come Lei, in dote da Montenero d’Orcia un piccolo paese alle pendici del Monte Amiata. Lo zio ci tiene a sottolineare che durante la fioritura la raccolta avveniva in un modo speciale. Non si raccoglievano i fiori ma soltanto i tre stimmi. Questo faceva si che intorno al podere ci fosse, da metà ottobre a metà novembre, un’aiola sempre completamente fiorita. Splendide fioriture viola che facevano concorrenza ai giardini delle ville dei signori…Nel 1961, dopo sposato, lo zio si spostò insieme alla famiglia alla Casanova di Quercecchio, un altro podere li vicino, e continuò a coltivare lo zafferano nei pressi del forno di casa. Forno che nei miei ricordi di ragazzo è rimasto come un’immagine-meraviglia indelebile: da li sono usciti, una volta a settimana e fino agli anni ottanta, pane, dolci, focacce e ogni genere di leccornia come si usava in ogni famiglia contadina. Parte di quei bulbi ci hanno seguiti a S.Angelo Scalo, dove ora ha sede la nostra azienda, e Nicola li ha voluti far rifiorire e prosperare in modo intenso e convinto. In quella fioritura è certificato un DNA formatosi in secoli di privazioni, quello della cura e del mantenimento del proprio territorio e delle proprie usanze con la consapevolezza che ogni attenzione poteva significare farcela oppure no. Questo mondo/modo di vivere insieme a tante bellezze naturalistiche ed architettoniche sono state alla base, nel 2004, del riconoscimento che l’UNESCO ha insignito a tutto il territorio della Val’Orcia ovvero quello di Paesaggio  Culturale Patrimonio dell’Umanità. Quei fiori di zafferano intorno al podere come quelle rose in cima ai filari delle viti sono una testimonianza, seppur piccola e spesso inosservata, indelebile e perpetua …del culto per il proprio territorio e dell’amore per il Bello. L’immagine di un semplice fiore di crocus a cui sono stati tolti solo gli stigmi, sotto la ficaia o vicino alla bocca del forno… la firma più autorevole”

     Nicola

  • Bastano sei fili

    Bastano sei fili

    “Da inizio novecento i miei avi vivevano al podere Aiole, fra Montalcino e l’Abbazia di S. Antimo. Per acquistarlo avevano pagato 7 lire. All’Aiole il bisnonno Giovanbattista e la sua famiglia allevavano vitelli, vacche, maiali, pecore, animali da cortile di ogni specie, coltivavano le viti e gli ulivi e non ultimo avevano una piantagione di zafferano. Come in tutti i poderi circostanti era usanza che, una volta a settimana, passasse il troccolone. Era un personaggio molto popolare che arrivava con il barroccio carico di ogni mercanzia. All’Aiole ci passavano due: Marcoccio e la Calabresa Maria. Vendevano o meglio barattavano l’acciughe, l’aringhe, il baccalà con le uova, il formaggio, le pelli di coniglio e lepre (i Pecci so stati tutti grandi cacciatori), le piume delle nane e dei loci, lo zafferano essicato che a Montalcino era prodotto in tanti poderi. Iniziavano estenuanti contrattazioni fra il commerciante delle campagne e la massaia. L’unica cosa sul cui valore non discutevano era lo zafferano che diceva Marcoccio: “profumato come il vostro un’esiste, bastano sei fili per fa la trippa alla montalcinese” (antichissimo piatto di Montalcino fatto con trippa di vitello e zafferano in bianco senza pomodoro). Di anni ne sono passati, dall’Aiole la famiglia s’è spostata al Podernuovo e poi a Montalcino, i bulbi e i loro eredi sono passati a Checco, a Enzo e poi a me ma ci hanno sempre seguiti e io, caparbio, seguo le solite pratiche colturali, produttive e conservative”.

    Alessandro

  • Un dono prezioso dal passato

    Un dono prezioso dal passato

    “Il mio bisnonno Giacinto viveva al Podere Bagnolo, un chilometro e mezzo sotto la fortezza di Montalcino. Oltre alla normale coltivazione del podere – viti ,olivi, allevamento bestiame – faceva anche l’ ortolano. Il podere era circondato da tante piccole sorgenti e rigagnoli d’acqua che, insieme alla posizione riparata, permettevano la coltivazione di tante primizie. Era considerato un luogo da orti. Durante gli anni della seconda guerra mondiale nel podere furono ospitate tante famiglie di Montalcino. La posizione, meno esposta e più riparata, era ritenuta più sicura da bombe e granate rispetto alle case del paese. Inoltre, nel podere, in quel periodo di grande miseria, fra ortaggi, pane fatto in casa e animali da cortile c’era sempre qualcosa da mettere sotto i denti.  Fu così che negli anni del conflitto mondiale al Bagnolo arrivarono a viverci 45 persone. Oltre ai componenti del nucleo familiare vi erano ospitate le famiglie Santini,  Filiziani, Boccardi ed altre di cui non siamo riusciti a ricostruirne l’identità. Molti dormivano nel tinaio, nel monte del carbone o nella stalla delle bestie. Tutti nella fuga dal paese avevano portato via i beni più preziosi. Il mio bisnonno aveva preso un piccolo forziere in legno che conservo ancora oggi e vi aveva riposto i preziosi e gioielli di tutti. Dopodiché, prendendo le opportune precauzioni per la conservazione (sigillandolo non so come), lo aveva riposto in una buca profonda e ricoperto con la terra. Sopra vi pose i bulbi della propria coltivazione di zafferano e per tre, quattro anni nessuno lo vide più. Passarono i tedeschi, il fronte, nessuno lo trovò, mentre lo zafferano compiva regolarmente i propri cicli. Finita la guerra scavò, estrasse il tesoro e alla presenza di tutti i capofamiglia ad ognuno riconsegnò i propri tesori. Tutti volevano ricompensarlo sia per l’ospitalità di tanti mesi che per aver salvato loro la vita e i loro averi. Giacinto non volle nulla da nessuno se non un abbraccio. Quei bulbi, anzi i figli di quei bulbi, che sono passati da Giacinto ad Ugo, da Ugo a Sergio e da Sergio a me, non rappresentano solo un prodotto ma un modo di essere dove una stretta di mano vale più di un foglio firmato da un notaio e l’altruismo e l’aiuto verso chi ha bisogno facevano e fanno parte di una cultura indissolubile. Questo zafferano rappresenta per noi anche un modo di pensare, custodire e tramandare le conoscenze e le usanze. Non è un retaggio bigotto e superato ma bene inestimabile per affrontare il futuro e la sua frenetica trasformazione”

    Massimo

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  • DESSERT WITH SAFFRON AND MANGO

    Take 50 ml of fresh cream and pour it in a small pot, let it cool and put in saffron infusion (0.10 g.). Turn off the heat, mix and add 250 gr. condensed milk. Separately, whisk about 300 gr. of mango pulp until you get a puree. Add the mango to the mixture and standardized everything well. Pour the mixture into 4 cups and place them in the freezer for at least 8 hours. Remove the cups 10 minutes before serving.

  • GNOCCHETTI WITH SEAFOOD AND SAFFRON

    GNOCCHETTI WITH SEAFOOD AND SAFFRON

    Wash 500 grams of potatoes and cook in salted water, drain, peel and chop finely. Add flour, salt and egg. On a pastry board, work carefully the dough until is ready and cut it into long strips, like the size of a thumb. With the help of the palms of your hands try to make them more “cylindrical” you can and cut them into small pieces (gnocchi). In a pan, fry oil, garlic and parsley add shrimp, shellfish various, scallops etc .. and saffron previously put in warm water. Saffron besides giving color will add a touch of spice to the dish. Cook slowly for about 20 minutes. Boil water, pour gnocchi and cook for a few minutes. Drain and add to the pan with the seafood. Serving hot.

  • PRAWNS WITH SAFFRON

    PRAWNS WITH SAFFRON

    10 scampi quite large, 150 gr. of green beans, 300 gr. potato, leek, a knob of butter, 1 dl. cream, 1 spoon of greek yogurt and 0.10 grams of saffron.

    Boil potatoes and green beans and cut them into small cubes. Brown leek in butter, add potatoes and green beans. Add cream, yogurt and saffron put in infuse for half an hour in warm water. Cook for a few minutes on low heat add salt and pepper. Cook the prawns and serve with steamed vegetables.

  • RAVIOLI WITH SAFFRON

    Place in a baking pan 250 gr. of cream and let it warm over low heat, add 0.10 grams. of saffron, salt and pepper. Cook ravioli, drain and mix them with the sauce adding some saffron.

  • PINCI WITH MONTALCINO’S SAFFRON

    PINCI WITH MONTALCINO’S SAFFRON

    In a pan melt the butter with white onion finely chopped. When it starts to brown add cream and  0.10 gr. saffron and half a cup of hot water where previously (one hour) the stigmas were immersed. The cream will turn into a yellowish color, drain pinci cooked al dente and cook them for few minutes in the pan adding green pepper and pecorino cheese from Pienza.

  • CAKE WITH BROAD BEANS

    CAKE WITH BROAD BEANS

    Prepares  a dough with 300 gr. flour, 60 gr. of fresh butter, two eggs, a pinch of saffron, salt and pepper.

    Put the dough in the fridge for half an hour. In a pan, preferably earthenware, prepare the ingredients for the stuffing, about 500 gr. of fresh beans shelled. Today we can safely use frozen ones, even out of season provided that not too large. Cook beans with a little salted water with chopped, rather abundant, ham. Mix 300 grams of fresh ricotta with 100 grams of Parmigiano cheese and 50 grams. Emmenthal cheese diced along with two fresh eggs.

    Once the beans are cooked, after they soaked up, almost completely, their cooking liquid and mix them with cheeses. We will split into two portions the dough prepared: a larger one of about ¾ of the whole, in a mould with butter, then fill it with the mixture and cover it with very thin slices of Emmental, about 50 gr., like a kind of roof protection and, in conclusion, we will complete with the other third of the dough that will be placed on the whole as a kind of cover. Bring a brush soaked in egg yolk to cover the “pie” and put it in the oven at about 180 degrees for a minimum of 45 minutes. If the “cover” tends to become darker protect it with a sheet of aluminum so it does not take too much color. The best combination with wine is always a fresh white. Valuable experience with a “Bianco del Beato” (Fattoria dei Barbi, Cinelli – Colombini) at 10 degrees Celsius temperature.

    (The recipe comes from Renaissance manuscripts, remembered by Messisburgo and Scappi – Taken from the “Ricettario del Cocò Senese” by Giovanni Righi Parenti)