… “Della coltivazione dello zafferano – pianta erbacea –croco sativus, nel montalcinese,si hanno notizie fin dall’antichità.
Giovanni Botti, giudice e notaio pubblico in Firenze, nel 1593 viene inviato a Montalcino dal Nunzio Apostolico Mario Giorgi, per incarico del Sacro Collegio per fornire informazioni alla Congregazione Concistoriale, sulla nostra economia. Convoca 10 testimoni, tutti montalcinesi, ponendo loro 12 domande uguali per tutti. Tutti rispondono che l’economia locale, agricola e artigianale è florida. Cito in particolare la risposta di Giacomo Angelini il quale dichiara “…Nei poderi di Sant’Antimo si coltiva lo zafferano” (questo documento è stato ritrovato nell’archivio segreto del Vaticano).
Giorgio Giorgetti (Crete senesi nell’età moderna – Studi e ricerca di storia rurale; La nuova stampa, Città di Castello 1983)- a pag. 12 scrive . “Quando esistono le condizioni economiche – a Montalcino esistono – è possibile coltivare anche una pianta altamente mercantile di valore assai elevato qual è lo zafferano”.
La testimonianza del naturalista cinquecentesco Pier Andrea Mattioli “…in Toscana e in quel di Siena ne fa dell’elettissimo e tutto, ha un grande spaccio, agli oltremonti che l’usanoiassai per scopi sanitari e industriali. Si tratta infatti di una pianta per cui in genere i terreni sterili e magri tutti si fan buoni e in particolare brama terra cretosa o mezzana”.
Montalcino, 29 novembre 2014
Ilio Raffaelli
Sindaco di Montalcino dal 1960 al 1980